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Al centro, la donna

Dopo il rinvio dell'evento programmato per lo scorso 23 febbraio (dovuto al meteo), si è tenuto nella serata di venerdì, 8 marzo, l’incontro “C’era una donna nel lager”. L’iniziativa, a cura del prof. Raffaele Pellegrino, ha visto protagoniste le studentesse dell’I.I.S. “Da Vinci – Agherbino”, in una serata dedicata non solo alla "Memoria" della seconda guerra mondiale e dei suoi avvenimenti più tristi, ma anche alla celebrazione della donna.

Ad aprire la serata l’intervento del sindaco Domenico Nisi, che ha voluto spronare gli studenti a denunciare le azioni negative, perché è solo avendo il coraggio e la forza di parlarne che si può cambiare qualcosa. “Credo che offrire la possibilità di conoscenza diretta valga più di tante parole - spiega il sindaco che concludendo - Abbiamo la tendenza a spiegare tutto fino in fondo, in realtà le parole che stiamo ascoltando ci richiamano ad una realtà che non ha bisogno di parole perché è possibile vederla materialmente”.

A seguire, l’intervento dell’assessore Marta Jerovante che, scavando nella storia, ha ricordato tutti i traguardi raggiunti nel corso degli anni sul fronte dell’uguaglianza di genere, qualcosa che però ancora non riesce a vedere pienamente la luce. Alla dirigente Rosa Roberto l’onore e l’onere di trattare l’argomento comunità e scuola. Secondo la prof.ssa Roberto la comunità stessa deve prendersi carico dell’istruzione dei giovani, e “Condividere con i professori la responsabilità di riflettere e ragionare su questioni di vitale importanza come questi”. Il prof. Beppe Novembre ha poi dato lettura di un testo, datato 1917, di Antonio Gramsci riguardante l’indifferenza. Infine la parola al prof. Raffaele Pellegrino che ha accompagnato, per tutto il resto della serata, i numerosi interventi delle studentesse. Ad ognuna di loro il gran peso di ricordare e riportare in vita molte delle testimonianze delle donne che hanno vissuto nei lager. Donne alle quali è stata tolta la dignità, e le cui condizioni di vita erano spesso più disumane rispetto a quelle degli uomini. Ossessione per la fame e la sete, la nudità e quel grembo freddo che ha poi portato ai diversi aborti subiti da molte delle donne rinchiuse.

Focus sull’orchestra femminile presente nel campo di concentramento di Auschwitz, diretta duramente dalla kapò Alma Rosé, nipote del compositore Gustav Mahler. Sostenuto da una drammatica interpretazione offerta dalle stesse alunne della scuola, il pubblico ha potuto assistere ad una commovente rappresentazione incentrata sulla sua figura. A concludere la serata il video-testimonianza di Davide e Luisa, i due ragazzi che hanno partecipato al progetto Il "Treno della Memoria". Attraverso fotografie e video segnanti, Luisa ha illustrato, e successivamente spiegato, cosa ha significato un’esperienza forte come quella della visita nel campo di concentramento di Auschwitz. “Per spiegare la nostra esperienza non volevamo partire dalla storia in sé per sé - ha dichiarato la ragazza, concludendo - Volevamo partire da quello che noi abbiamo provato dal momento in cui ci siamo ritrovati catapultati in quei luoghi”.

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